Zgodbe iz Slovenije

Il monastero di Mekinje, affascinante gioiello della Slovenia centrale

09.01.2021
Fonte: www.slovenia.info, foto di Jošt Gantar

di Gorazd Skrt, fondatore di Lovely Trips, fornitore sloveno di soluzioni di viaggio

A non più di mezz’ora da Lubiana, l’affascinante capitale della Slovenia, sorge un monastero che per più di sette secoli ha visto succedersi gli eventi storici più importanti di questa parte d’Europa. Si tratta del monastero di Mekinje, molto vicino alla cittadina storica di Kamnik, e autentica pietra miliare della Slovenia centrale. Con le sua mura bianche, i tetti arancioni, gli splendidi chiostri e i grandi giardini, questo monastero è davvero una meta fantastica per una gita fuori porta.

Di qui sono passati personaggi del calibro di Johann Weikhard von Valvasor, il celebre studioso e naturalista sloveno al quale, tra l’altro, dobbiamo le illustrazioni del monastero prima e dopo la grande opera di restauro di fine XVII secolo. E le sue mura sono state testimoni di eventi (spesso tragici, purtroppo), i cui resoconti riempiono pagine e pagine dei libri di storia.

Fonte: www.slovenia.info, foto di Miran Kambic

Sono molte le ragioni per cui una visita al monastero di Mekinje è una splendida idea. Innanzitutto è un’ottima occasione per vedere i bellissimi paesaggi verdeggianti della Slovenia centrale, fra dolci colline e vasti prati costellati di deliziosi paesini e fitte macchie di bosco. Il monastero stesso sorge in campagna, al limitare di un bosco da una parte e di un piccolo villaggio di case antiche appena fuori le mura.

E poi, ritagliarsi del tempo al monastero significa dedicarsi a scoprire un luogo che, nei suoi svariati secoli di esistenza, è stato testimone di guerre, carestie e pestilenze, rivolte e assalti nemici, guerre mondiali e bruschi avvicendamenti politici e ideologici. E che, tra l’altro, ha visto una serie di donne imprenditoriali e risolute susseguirsi fra le sue mura, e adoperarsi per la sua esistenza, la sua cura e la sua sopravvivenza ai capricci del destino e alle capriole della storia: le monache clarisse prima e le orsoline dopo. Il tutto in un angolino di Slovenia che oggi, grazie al verde circostante e al dolce canto degli uccelli sugli alberi da frutta e nel vicino boschetto, è davvero un emblema di quiete e serenità.

Fonte: https://www.visitkamnik.com/en

Fondato nel 1300, quando Žiga ed Elizabeta Gallenberška di Mekinje, appunto, decisero di donare le loro terre e i loro possedimenti alla chiesa, fu sempre considerato un monastero rurale perché a differenza di molti altri, esso si trovava al di fuori della città. Uno dei capitoli più oscuri del monastero fu scritto nel 1471, quando all’inizio di giugno le truppe ottomane lo assaltarono. Si racconta che in quell’occasione i soldati turchi rapirono tutte le suore di Mekinje, e che proprio in loro memoria la porta nord delle mura del monastero, sia denominata Frauentor, La porta delle suore.

Grazie alle magnifiche illustrazioni di Valvasor, che lo studiò durante le sue ricerche per l’opera magna “La gloria del Ducato di Carniola”, sappiamo che prima della grande opera di restauro realizzata fra il 1682 e il 1686, il monastero era costruito soprattutto in legno. Dopo quei lavori, consentiti dal sostegno economico dei fratelli Gallenberg e della provincia di Kranj, la struttura assunse un aspetto molto più simile a quello attuale, e Valvasor la definì “il più bel monastero della Carniola”. Non stupisce, insomma, che la famiglia Gallenberg abbia mantenuto il diritto di seppellire i propri membri proprio nella chiesa del monastero.

Il monastero prima del restauro (J. W. Valvasor, Topographia Ducatus Carniolæ modernæ, Laybach 1679), fonte: https://monasterymekinje.eu/

Nel 1782 l’imperatore Giusepe II d’Asburgo-Lorena, esponente di spicco del cosiddetto “dispotismo illuminato”, decretò l’abolizione di vari monasteri, fra cui quello di Mekinje. Così, quello stesso anno, le monache clarisse dovettero lasciarlo. Dal 1799 l’edificio fu adibito a prigione per i soldati francesi e a ospedale, mentre nell’epoca delle province Illiriche furono i francesi a occupare il monastero. Infine con la Restaurazione, nel 1814, tornò sotto il controllo dell’esercito austriaco.

Nel 1903 il monastero fu riacquistato dalle Orsoline per 25mila fiorini austro-ungarici. Le suore si occuparono anche di rimetterlo in sesto dopo decenni di trascuratezza e di incuria, e poi di istituirvi una scuola per le bambine, che potevano così studiare fino alla quinta elementare. Naturalmente, il Secolo breve non risparmiò neanche questo luogo. Durante la Grande Guerra il monastero fu utilizzato come ospedale militare per le truppe austro-ungariche, mentre durante la Seconda guerra mondiale le Orsoline furono espulse dai tedeschi subito dopo l’occupazione di Kamnik.

Il monastero dopo il restauro (J. W. Valvasor, Die Ehre de Herzogthumbs Crain, Buch IX., Nürenberg 1689, pp. 367), fonte: https://monasterymekinje.eu/

In altre parole, camminare fra i chiostri, lungo i corridoi, nei giardini del monastero di Mekinje permette davvero di immergersi nella storia della Slovenia centrale ma anche in eventi emblematici per la storia di tutta l’Europa: l’impero austro-ungarico, gli attacchi ottomani, le guerre napoleoniche, i conflitti mondiali, ecc. E sebbene Lubiana sia una capitale molto verde, una gita fuori porta a Mekinje è anche una splendida opportunità di trascorrere una giornata nella natura, circondati da paesaggi bucolici e immersi in un’atmosfera di profonda tranquillità. Decisamente un’escursione da non perdere.

Il post sopra è pubblicato sul blog di Lovely Trips, denominato LovelyTripsBlog. Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Lovely Trips è un fornitore sloveno di soluzioni di viaggio per agenzie di viaggio, TO e altre realtà del mercato italiano, e tali soluzioni includono proposte degli enti e delle aziende citate nel post. L’autore del blog non è responsabile del contenuto dei commenti ai post, né di contenuti terzi.

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