Zgodbe iz Slovenije

Nella casa Ipavec di Šentjur, un intreccio di musica e scienza

11.12.2020
Fonte: https://www.turizem-sentjur.com/en/

di Gorazd Skrt, fondatore di Lovely Trips, fornitore sloveno di soluzioni di viaggio

Ad appena 12 chilometri dalla splendida Celje, la cosiddetta “città dei conti”, Šentjur è una deliziosa cittadina con un centro storico elegante e ordinato, dintorni ricchi di paesaggi naturali di grande bellezza, e luoghi interessantissimi come il parco archeologico e il Castello di Rifnik. Ma la visita di Šentjur non può che cominciare dalla sua piazza principale, Zgornji trg, che nel 2015 ha vinto il premio per la piazza slovena più bella.

Perché è proprio in questa piazza che si erge l’edificio dedicato alla storia di una famiglia che, per generazioni, è stata una protagonista della società e della vita culturale di questa città (e non solo): la famiglia Ipavec. Si tratta appunto di Casa Ipavec, il palazzo per secoli appartenuto proprio agli Ipavec, e oggi adibito a museo sulla storia di questa stirpe. Una stirpe di medici e musicisti, un’affascinante mix di scienza e arte che, comprensibilmente, ha lasciato il segno a Šentjur, e nella storia artistica della Slovenia in generale.

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Non solo: a Casa Ipavec lavorò molto il più celebre architetto della storia slovena, Jože Plečnik, che ne progettò e seguì la ristrutturazione dopo la Seconda guerra mondiale. È sua, infatti, la fontana che adorna lo splendido giardinetto della casa, dove tuttora, all’ombra di un tiglio secolare, si tengono spesso eventi culturali. Tuttavia gli Ipavec non poterono bearsi della quiete e della bellezza di questo giardino, perché vissero molto prima di Plečnik.

La storia degli Ipavec a Šentjur, infatti, comincia nel 1805, quando Franc Ipavec vi si trasferì e cominciò a esercitare come medico, e si conclude con Josip Ipavec, scomparso nel 1921 dopo aver dedicato, proprio come i suoi predecessori, la sua vita alla musica e alla medicina. L’amore della famiglia Ipavec per la musica, in effetti, nasce con il matrimonio tra il medico Franc Ipavec e la musicista viennese Katarina Schweighofer nel 1814.

Fonte: Pixabay, foto di PublicDomainArchive

Ma Katerina non fu l’unica donna appassionata di musica della famiglia, che addirittura espresse il primo quartetto femminile dell’Austria. Formato dalle nipoti di Franc e Katerina Ipavec, Fani, Amalija e Marija, e da Marianne Gallowitsch, sostituita poi da Frieda Perner, il quartetto (noto anche in tedesco come il Primo quartetto femminile austriaco — Erste Österreichische Damenquartett), raccolse vari importanti successi. Ad esempio l’esibizione nel salone grande della celebre Musikverein di Vienna, tuttora considerata una delle sale da concerto più eleganti del mondo, e sede principale della prestigiosa Orchestra Filarmonica di Vienna.

Ancora, il primogenito di Franc e Katerina Ipavec, Alojz, fu tra i più importanti compositori romantici sloveni. Benjamin, il secondogenito, compose splendide melodie per accompagnare le sue poesie preferite, fra le quali figurano naturalmente alcune scritte dal Dante Alighieri sloveno, France Prešeren. Tuttavia scrisse anche delle opere, fra cui l’operetta intitolata “La gabbia per gli uccelli” e quella chiamata “Il nobiluomo di Teharje”.

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Gustav Ipavec, anche lui figlio di Franc e Katerina, fu un esponente politico molto attivo (oltre a un medico, naturalmente). Fu sindaco per trent’anni, e si batté in prima persona per la cultura, la modernizzazione dell’agricoltura e il miglioramento dei servizi. Ad esempio fece ampliare la scuola di Šentjur fino al quarto grado di istruzione, istituì il corpo dei vigili del fuoco e un’associazione di frutticoltori. Inoltre, fu il promotore della creazione di una scuola di agraria in città, che fu inaugurata poco dopo la sua morte.

Sebbene non sia diventato un compositore altrettanto celebre di Benjamin, anche Gustav scrisse delle canzoni che furono molto apprezzate dai suoi contemporanei, soprattutto grazie alle loro melodie accattivanti. Proprio il figlio di Gustav, Josip, fu un medico di successo ma fu pure uno straordinario compositore, anche di balletto (il primo della famiglia), tanto da guadagnarsi la fama di “Mozart sloveno”.

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Visitare Casa Ipavec e il suo museo, oggi, permette di scoprire la storia di una vera e propria stirpe di scienziati e musicisti, ma non solo. Permette di immergersi nell’atmosfera di fine Ottocento e inizio Novecento in questo angolino di Slovenia.

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