Zgodbe iz Slovenije

Una visita al sacrario di Caporetto, nel ricordo dei caduti della Grande Guerra

28.02.2022
Fonte: www.slovenia.info, foto di Jošt Gantar

di Gorazd Skrt, fondatore di Lovely Trips, fornitore sloveno di soluzioni di viaggio

Forse una delle poesie più amate della storia della letteratura italiana è “DeI sepolcri” di Ugo Foscolo. Non è un caso. Ciascuno di noi, crescendo, intreccia col passato, con i propri antenati, con i propri morti, un rapporto speciale che contribuisce a definire la stessa identità personale. Ciò che avviene a livello individuale avviene anche a livello nazionale. Dopo la Prima Guerra mondiale l’Europa diventò un continente di monumenti ai caduti, di altari ai militi ignoti, di ossari.

Il sacrario militare di Caporetto, anche noto come sacrario di Sant’Antonio, vale decisamente la pena di essere visitato. Il luogo scelto per innalzarlo è splendido, si tratta del colle Gradič, e anche il paesaggio circostante sembra concorrere a creare un’atmosfera solenne. La sua progettazione fu affidata agli architetti Giovanni Greppi e Giannino Castiglioni, e fu inaugurato nel 1938 da Mussolini.

Fonte: www.slovenia.info, foto di Alan Kosmač

All’epoca, infatti, questa parte della Slovenia faceva ancora parte dell’Italia, e la chiesa che si vede emergere fra le mura del sacrario fu consacrata alla fine del XVII secolo ed è dedicata a Sant’Antonio di Padova. Oggi rappresenta l’unico sacrario militare gestito dallo Stato italiano posto al di fuori dei suoi confini. E probabilmente anche questo lo rende un luogo particolarmente significativo da visitare dopo il Museo di Caporetto, che si prodiga per conservare la memoria e lanciare un messaggio di pace e concordia fra i popoli.

Raggiungere il sacrario da Caporetto è semplice e offre anche l’opportunità di fare una piacevole passeggiata addentrandosi tra i bei paesaggi che, durante la Grande Guerra, furono lo scenario del terribile fronte isontino, sul quale infuriarono alcune delle battaglie più feroci della Prima guerra mondiale. La strada per arrivare al sacrario parte dalla piazza principale di Caporetto (Kobarid in sloveno) e conduce attraverso le quattordici stazioni della via Crucis prima di arrivare al monumento.

Fonte: https://www.kobariski-muzej.si/it

Con la sua forma piramidale il sacrario è un luogo solenne e maestoso. Guardandolo è impossibile non ritrovarsi a pensare all’immensità della tragedia della Grande Guerra, il devastante conflitto che poi fu definito “l’inutile strage” e che costò la vita a oltre 8 milioni di persone. Un massacro di proporzioni inaudite che rende anche più significativa la visita a luoghi come il sacrario militare di Caporetto, in cui riposano 7014 salme. Di queste, 1748 non fu possibile identificarle, e sono riunite in sei loculi disposti ai lati della scalinata centrale.

I nomi degli altri, invece, sono incisi nelle grandi lastre di serpentina verde che si susseguono sotto gli archi del sacrario. La costruzione del monumento richiese tre anni, e le salme dei soldati furono prelevate da vari cimiteri militari nella zona, compreso quello di Plezzo. Per realizzarla ci si affidò a Giovanni Greppi, l’architetto milanese nato nel 1884 che divenne noto per aver progettato alcuni dei sacrari militari italiani più conosciuti.

Fonte: www.slovenia.info, foto di Boris Pretnar

Oltre a quello di Caporetto, infatti, Greppi firmò i progetti del sacrario militare del Monte Grappa, del sacrario di Redipuglia, e di quello di Bezzecca. Per il sacrario di Caporetto Greppi collaborò con Giannino Castiglioni, col quale realizzò anche quello di Bligny in Francia. Del resto i due si conoscevano fin dall’epoca dei loro studi all’Accademia di Brera.

È davvero una visita da fare, quella al Museo di Caporetto e al sacrario militare. Ogni momento è buono per ricordare i sacrifici e le tragedie vissuti dai nostri bisnonni e trisavoli più di un secolo fa, perché solo la memoria può salvarci dal ripetersi di drammi terribili come la Prima guerra mondiale. Luoghi come il sacrario militare di Caporetto esprimono una lezione fondamentale per la pace e la concordia tra i popoli: ogni giorno lanciano un monito silenzioso ma estremamente eloquente, e andare ad “ascoltarlo” è un’esperienza difficilmente dimenticabile.

Il post sopra è pubblicato sul blog di Lovely Trips, denominato LovelyTripsBlog. Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Lovely Trips è un fornitore sloveno di soluzioni di viaggio per agenzie di viaggio, TO e altre realtà del mercato italiano, e tali soluzioni includono proposte degli enti e delle aziende citate nel post. L’autore del blog non è responsabile del contenuto dei commenti ai post, né di contenuti terzi.

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