Zgodbe iz Slovenije

Summit internazionale sul manifatturiero in Trentino: idee per le aziende della Slovenia

25.11.2025
Fonte: Pixabay

di Gorazd Skrt, fondatore di Lovely Trips, fornitore sloveno di soluzioni di viaggio

A Rovereto, cittadina mitteleuropea famosa per il suo bellissimo museo di arte contemporanea (il Mart), lo scorso 21 novembre si è tenuto il Future Manufacturing Summit, convegno sul futuro del manifatturiero organizzato dall’acceleratore di startup hardware Industrio Ventures. Vi hanno preso parte una trentina di speaker importantissimi da Italia e Germania, e ciò che è emerso dai lavori è di estremo interesse anche per le aziende slovene.

Il manifatturiero è il pilastro dell’export italiano, e una fonte di occupazione di qualità. A dispetto della sua forza, esso ha bisogno di investire di più in R&D e startup, e in tecnologie avanzate, come quelle che permettono ai produttori automobilistici cinesi di trasformare un concept di auto in un veicolo pronto per il concessionario in meno di 24 mesi (a differenza degli europei, che producono auto di eccellente qualità ma con il doppio del tempo).

Foto del direttore Paglialonga

Per fortuna all’Italia le competenze industriali, scientifiche e tecnologiche non mancano, e neanche all’Europa, che in settori strategici per il futuro, come le tecnologie quantistiche, la microelettronica o la robotica industriale, ha ancora molti assi nella manica.

L’automotive europeo è in crisi, ha osservato Bruno Perez Almansi, direttore delle relazioni istituzionali del Center for Automotive and Mobility Innovation (CAMI). «Il settore in Europa si trova in un momento di grande difficoltà e i fattori principali sono due: la mancanza di investimenti in R&D da parte di produttori europei che hanno dominato l’industria per lungo tempo, e l’assenza di una politica industriale a livello europeo» ha sottolineato il ricercatore, di stanza a Venezia. Tuttavia l’Europa (patria dell’automotive, con il Michigan negli USA) può tornare a essere leader, se i produttori europei imparano a fare squadra, proprio come è successo in Emilia-Romagna, nella mitica Motor Valley citata dal professor Francesco Leali di Unimore, dove i costruttori di auto da sogno ben note agli amanti dei motori hanno fatto sistema con gli atenei del territorio per creare “l’università del veicolo” attraverso il progetto MUNER.

Foto di Perez Almansi con Gabriele Catania

L’auto del futuro sarà forse un SAEV (un veicolo elettrico, condiviso, a guida autonoma), ma il motore endotermico non potrà essere abbandonato. Per l’auto che si guida da sola sarà sempre più cruciale l’Artificial Vision, dove l’Italia ha poli e aziende importanti: ad esempio a Parma, ma anche a Trento, dove ha sede la Eoptis.

Un altro tema del Summit è stata la microelettronica, i “chips” fondamentali in ogni prodotto tecnologico, dallo smartphone all’auto, dalla lavatrice all’apparecchiatura medicale. L’Europa ha — in Germania, in Italia, nei Paesi Bassi — aziende d’eccellenza, e ha varato il Chips Act. E a proposito del Chips Act Alfredo Maglione, presidente del Gruppo Optoi attivo proprio nel settore, ha segnalato: «purtroppo non credo che il Chips Act sia sufficiente. In Cina sono state investite risorse molto più ingenti e con più concretezza».

Si è parlato di robotica: dai robot soffici, ispirati alla muscolatura umana, ai robot scalatori in grado di operare in montagna per svolgere attività di salvaguardia del territorio, come ha spiegato il professor Palopoli, tra i ricercatori dietro il progetto Alpine. Nella robotica l’Italia ha competenze uniche, da Trento a Bari, da Torino (dove ha sede il colosso Comau) a Catania.

Foto del dott. Occhipinti

Tavola rotonda conclusiva dedicata alle tecnologie quantistiche. Il 2025 è stato dichiarato dalle Nazioni Unite come l’anno internazionale della Scienza e della Tecnologia Quantistica. A distanza di oltre un secolo dalla nascita della meccanica quantistica (grazie al lavoro di titani della scienza come Plank, Einstein e Schrödinger) sta sbocciando un’industria che tra un decennio potrebbe valere 100 miliardi di dollari: computer quantistici, comunicazioni quantistiche, quantum sensing. Una grandissima opportunità che l’Italia (come pure l’Europa) può e deve cogliere. Moltissime le applicazioni, ad esempio per proteggere le comunicazioni e i dati sensibili. A Trento straordinario know-how, all’Università di Trento come in FBK: non a caso hanno preso parte al summit i professori Gabriele Ferrari e Stefano Azzini (Unitn).

«La crittografia attuale ha dei problemi che potrebbero essere risolti grazie alla crittografia quantistica. Si tratta di tecnologie già disponibili e che non richiedono nuove infrastrutture per essere utilizzate, sono sufficienti quelle che usiamo per le comunicazioni di ogni giorno» ha spiegato il professor Giuseppe Vallone, cofondatore dello spin-off ThinkQuantum.

Tommaso Occhipinti, AD di QTI, realtà leader con sede in Toscana, ha rilevato: «l’Europa è senz’altro la migliore nelle tecnologie quantistiche, specie nella quantum communication e nel quantum sensing. Sono molto ottimista». Quella delle tecnologie quantistiche è una rivoluzione che genererà grandi opportunità di business, attraverso i suoi 3 pilastri: la quantum communication (garantendo totale sicurezza nelle comunicazioni), il quantum computing, il quantum sensing. La speranza è che anche le aziende slovene riescano a salire su questo treno.

Il post sopra è pubblicato sul blog di Lovely Trips, denominato LovelyTripsBlog. Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Lovely Trips è un fornitore sloveno di soluzioni di viaggio per agenzie di viaggio, TO e altre realtà del mercato italiano, e tali soluzioni includono proposte degli enti e delle aziende citate nel post. L’autore del blog non è responsabile del contenuto dei commenti ai post, né di contenuti terzi.

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