Zgodbe iz Slovenije

A Kranj, la città ai piedi del Triglav, sulle tracce di un grande inventore

11.04.2021
Fonte: www.slovenia.info, foto di Jošt Gantar

di Gorazd Skrt, fondatore di Lovely Trips, fornitore sloveno di soluzioni di viaggio

Il più grande poeta e scrittore sloveno, France Prešeren; il barone Sigmund Zois, spesso noto come Žiga Zois, figlio di un mercante veneziano e fondatore del più importante centro dell’illuminismo nell’attuale Slovenia; il celebre architetto Jože Plečnik, al quale la bella Lubiana deve molto del suo aspetto attuale; il designer e architetto Davorin Savnik, che negli anni ’70 del secolo scorso realizzò dei telefoni fissi che, ancora oggi, sono presenti in molte case slovene. A Kranj, la città storica ai piedi del monte Triglav, sono nati e hanno vissuto molti personaggi che hanno lasciato il segno sulla storia e la cultura slovena.

Fra questi non si può certo dimenticare Janez Puhar, nato a Kranj nell’agosto del 1814. All’epoca l’attuale Slovenia era ancora un dominio dell’Impero austroungarico, e infatti venne registrato come Johann Augustin Pucher. Fu uno studioso, un personaggio eclettico e geniale, con molti interessi e vari talenti, anche se è noto principalmente per la sua invenzione di una particolare tecnica di fotografia su vetro. Gran parte dei suoi lavori è conservata dal Museo nazionale di Lubiana e dal Museo per l’architettura e il design, anch’esso nella capitale slovena.

Fonte: www.slovenia.info, foto di Marko Arandjelović

Sin da bambino Puhar fu un ottimo studente, con un grande talento per lingue straniere (eccelleva in latino, francese, tedesco, inglese e italiano) e uno spiccato interesse per la botanica, la matematica, la chimica e la fisica. Era tanto portato per le materie scientifiche quanto per quelle umanistiche, infatti scrisse anche numerose poesie. Poesie che col tempo divennero incredibilmente popolari in Slovenia, soprattutto grazie alla loro semplicità e ai temi di vita quotidiana che trattavano; erano molto note anche parecchio tempo dopo la dipartita di Puhar, tanto che vari compositori vollero dedicare loro delle melodie.

Come succedeva spesso all’epoca, dopo la scuola Puhar venne mandato in seminario per diventare prete. Ma ciò non lo allontanò dai suoi interessi di studio. E anzi, il servizio sacerdotale gli permise di vivere in molti luoghi diversi dell’attuale Slovenia e, talvolta, di fare degli incontri davvero interessanti. Come quando a Bled conobbe il visconte francese Louiso de Dax, che si era recato per un soggiorno curativo in quella che all’epoca era una delle stazioni termali più famose della Mitteleuropa. Non solo de Dax acquistò delle fotografie da Puhar, ma rimase a tal punto colpito dal suo lavoro che, nel 1852, fece sì che la prestigiosa testata francese La Lumière scrivesse di Puhar definendolo innovatore e artista.

Janez Puhar. Fonte: wikipedia, immagine di pubblico dominio

Puhar cominciò a interessarsi di fotografia soprattutto dopo il 1839, anno in cui l’Accademia francese delle scienze annunciò l’invenzione della fotografia dagherrotipia. Fu il primissimo procedimento fotografico per lo sviluppo di immagini, e deve il nome al suo inventore, Louis Jacques Mandé Daguerre. Puhar vi si applicò, tanto da sviluppare un proprio metodo per la fotografia su vetro. In particolare fu un precursore nel tempo di esposizione, perché scoprì una tecnica che permetteva di ridurlo da diversi minuti (o persino ore) a 15 secondi.

Ciò gli permise di realizzare anche ritratti fotografici, e a centocinquant’anni di distanza gli esperti considerano le sue fotografie su vetro molto ben conservate. Il suo procedimento fu unico sotto diversi aspetti, ad esempio l’utilizzo del vetro, comune o levigato, come superficie dove fissare l’immagine. E nonostante abbia lasciato scritte le diverse fasi e procedure in cui consisteva la sua tecnica, nessuno è ancora riuscito a replicare appieno il suo metodo, né a raggiungere i suoi risultati.

Fonte: www.slovenia.info, foto di Marko Arandjelović

Puhar è considerato l’inventore della fotografia su vetro, e probabilmente aveva in mente altre preziose innovazioni, un’infinità di altri argomenti da studiare, nuove poesie da scrivere. Purtroppo però morì a soli 49 anni nella sua città natale, Kranj, dove tornò quando scoprì di essere gravemente malato. Si pensa che siano state proprio le inalazioni di alcune sostanze che utilizzava durante i suoi esperimenti a farlo ammalare. Nella sua vita ricevette numerosi riconoscimenti per il suo lavoro, anche all’estero, e nel 1853 fu persino invitato a New York per partecipare a una mostra “L’Esibizione industriale di tutte le nazioni”, a cui partecipò un milione di visitatori. Ed è senz’altro una delle persone più particolari e interessanti a cui Kranj abbia dato i natali.

Il post sopra è pubblicato sul blog di Lovely Trips, denominato LovelyTripsBlog. Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Lovely Trips è un fornitore sloveno di soluzioni di viaggio per agenzie di viaggio, TO e altre realtà del mercato italiano, e tali soluzioni includono proposte degli enti e delle aziende citate nel post. L’autore del blog non è responsabile del contenuto dei commenti ai post, né di contenuti terzi.

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